Sirens
Sirens
Air-raid sirens across the country
It feels like everyone is brought out
For execution
But only one person gets targeted
Usually the one at the edge
This time not you; all clear
Victoria Amelina
Qual è il senso di dedicare ad una poetessa scomparsa da pochi giorni, Victoria Amelina, un post che presenta una playlista deep house? Apparentemente sono due mondi distinti. Avrete notato credo una certa malinconia nelle mie playliste deep e qui qualcosa cambia.. Vado a cercare i pezzi come un vecchio segugio dentro a spotify, a volte mi porto dietro il cane di una qualche AI per scovare qualche preda e quando ho trovato “Bright Lights” di Diversion con alla voce Tania Zygar ho pensato subito a Victoria Amelina. Non chiedetemi perchè, ma quando emergono “dal nulla” certe associazioni ho imparato che vanno rispettate e coltivate, come doni da una dimensione impenetrabile della mente. Dall’inizio di questa infausta guerra sono colpito dalle donne ucraine che nei fatti sono al centro di una resistenza eroica, giovani, adulte e anziane, le vedi con i loro occhi chiari, bellissime, pronte a farsi ammazzare e peggio per difendere la libertà. Sorridono ed i loro sorrisi emanano una forza accecante, su cui è difficile posare lo sguardo. Le “Bright Lights” del brano di cui parlavo prima escono dai loro volti nella chiarezza di un senso, un ideale definito per cui sacrificare ogni cosa: la libertà.
Victoria Amelina ha dato la vita, come “l’Irina qualsiasi” (la donna incinta fotografata sotto i bombardamenti dell’ospedale di Mariupol e poi morta con il suo bambino) di cui diceva con osceno disprezzo Luciano Canfora in un’intervista. E qui veniamo a chi, tanti purtroppo nell’infosfera sputano sui cadaveri di donne, bambini e uomini, impastando la semplice carneficina gratuita attuata dalle armate russe con cortine fumogene di ragionamenti vari e scuse eventuali per nascondere i 501 assassinati di Bucha, le fosse comuni di Itzium e le deportazioni di migliaia di bambini ucraini in Russia. Il meccanismo è lo stesso delle persecuzioni antisemite degli anni 30: spostare l’attenzione dal macello di civili, alle presunte ragioni dei carnefici. Lo aveva capito bene Victoria Amelina, con la visione nitida che hanno solo i poeti e si era quindi impegnata a tempo pieno nel documentare gli orrori dei macellai e già quello è stato un atto di cui solo possiamo immaginare la portata. Chiudete gli occhi e pensate a cosa si sarà trovata davanti, le testimonianze tremende che avrà raccolto. Pochi hanno il coraggio di gettare lo sguardo nell’abisso e lei lo ha avuto ed ha portato avanti quell’indagine finché un missile non le ha stroncato l’esistenza dopo due giorni di agonia. Lo so che la mia è poco più che inutile retorica, ininfluente accatastamento di parole, ma la musica può far di meglio ed i poeti si uccidono nelle carne, ma le poesie restano a tormentare carnefici, complici e traditori.
Non dimentichiamo Victoria Amelina e tutte le altre coraggiosissime donne ucraine per niente “Irine qualsiasi”. La musica la trovate qui ed è oltre che per voi anche per loro.
Poem About a Crow
In a barren springtime field
Stands a woman dressed in black
Crying her sisters’ names
Like a bird in the empty sky
She’ll cry them all out of herself
The one that flew away too soon
The one that had begged to die
The one that couldn’t stop death
The one that has not stopped waiting
The one that has not stopped believing
The one that still grieves in silence
She’ll cry them all into the ground
As though sowing the field with pain
And from pain and the names of women
Her new sisters will grow from the earth
And again will sing joyfully of life
But what about her, the crow?
She will stay in this field forever
Because only this cry of hers
Holds all those swallows in the air
Do you hear how she calls
Each one by her name?
Victoria Amelina

- AA.VV.Deep house summer 2023 (for Victoria Amelina) - 6 Luglio 2023
- Jamiroquai: funk, pop, acid jazz. - 18 Giugno 2023
- AA.VV. early deep summer 2023 - 4 Giugno 2023