Attivo versus Passivo – #EpT 106

attivo versus passivo

Due settimane fa vi avevamo raccontato dell’approccio tematico ai mercati.  Trovare temi, storie che si ipotizza destinati ad impattare sui mercati e posizionare di conseguenza i propri investimenti.

Bene, ma resta un non trascurabile, successivo step: con quali strumenti, con quali strategie affacciarsi poi sui mercati? Grazie alla sollecitazione pervenutaci via mail da un ascoltatore  (e questo è sempre il modo per noi più gradito di costruire la puntata), nella conversazione inclinata di questa settimana vi presentiamo due fondamentali strategie, in crescente competizione tra loro.

Investimenti attivi o passivi?
Ricerca, per dirla in linguaggio finanziario, dell’Alfa, cioè tentativo, affidato ovviamente ad un gestore professionista, di selezionare titoli in grado di crescere più del loro mercato di riferimento?
Oppure sequela del Beta, cioè optare per un portafoglio destinato a mimare pedissequamente l’andamento dell’indice o degli indici sui quali si è scelto di investire?

Come vi raccontiamo, la scelta tra le due strategie riflette, di fondo, un’opposta visione dei mercati e della possibilità di decifrarli.

La strategia passiva, sviluppatasi a partire dagli anni ’60 e che gode di crescente popolarità, si fonda sulla convinzione dell’irriducibile erraticità dei mercati e, nel contempo, dell’impossibilità di incunearsi nelle pieghe di tale loro vagabondare per scovare singoli titoli che, nell’ambito di un indice di riferimento, consentano di lucrare un rendimento extra rispetto alla performance dell’indice stesso. Inutile spendere energie e denaro per coltivare l’illusione di “battere il mercato”: meglio comprare un prodotto che replichi esattamente, anche nei rapporti di peso, l’indice prescelto ed il risultato finanziario, uguale all’andamento dell’indice, lo produrrà il mercato stesso.

Diametralmente opposta la visione dei mercati, ma soprattutto della relazione con essi, da parte di chi opta per investimenti caratterizzati da una gestione attiva e quindi affida al gestore il compito di perseguire una asset allocation diversa rispetto al benchmark di riferimento e finalizzata a performare meglio di tale benchmark. Battere il mercato, appunto.

Ovviamente, accanto a questi diversi approcci agli investimenti, numerose altre variabili e condizioni operano nel rendere di volta in volta preferibile l’una o l’altra strategia.

C’è innanzitutto la variabile costi, posto che la differenza di prezzo tra gestioni attive e passive può raggiungere livelli ragguardevoli a favore di un maggiore convenienza delle seconde: quanto dovrà essere abile il gestore di turno per battere, oltre al mercato, la differenza di costi?

Variabile decisiva è poi quella della fase di mercato. Se, da un punto di vista psicologico, si può essere portati a pensare che le fasi “orso”, i momenti di tempesta siano i più adatti a gestioni passive, quasi a non voler sfidare l’ira dei mercati con la pretesa di fare almeno meno peggio di loro, nella realtà è esattamente il contrario.
Quando i mercati hanno violente reazioni al ribasso, quando l’avversione al rischio innesca la tendenza a gettare via il classico bambino con l’acqua sporca, è allora che la capacità di discernimento del gestore può dispiegare il suo valore aggiunto: per individuare gli assets che possono limitare le perdite e quelli che possono recuperare terreno prima e meglio degli altri.

All’opposto, nelle fasi in cui l’andamento dei mercati è determinato, ed in un certo modo livellato, esclusivamente dalle iniezioni di liquidità delle Banche Centrali, quando i vari programmi di quantitative easing ed affini spingono un po’ tutto e tutti verso l’alto, allora si può privilegiare la maggiore economicità degli investimenti passivi.

Il tutto avendo ben presente, sul piano degli strumenti, che non sempre Etf è sinonimo di strumento passivo e fondo di investimento equivale a gestione attiva.

E voi, dunque, come vi sentite?
Predatori dell’Alfa o devoti fedeli del Beta?

Per capirlo insieme, e con tanti riferimenti alle dinamiche di mercato di questi ultimi anni (ebbene sì, anche all’inflazione!), appuntamento sulla vostra piattaforma preferita.

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