This time is different: le basi della bolla ed il ciclo naturale delle cose

luci

Quando Andrea, ideatore di Piano Inclinato, mi ha invitato a questo progetto di tipo sopratutto “didattico” non ho proprio potuto rifiutare.
Da sempre credo che sia importante cercare di raccontare alle persone comuni il mondo della finanza in modo più comprensibile, dando la possibilità a tutti di capire cosa stia accadendo, visto che quotidianamente, grazie ai media, ci si ritrova con una valanga di messaggi in codice che sono a volte discutibili o fuorvianti.
Sul mio primo post su “Piano Inclinato”, un post molto “easy” dove riprendevo alcune frasi di Albert Einstein, ho letto un commento molto semplice ma illuminante, scritto da FanSonia.

“L’impressione però è che si faccia fatica ad ammettere che questa è la crisi di un sistema e di un modello economico, e che le soluzioni, per essere efficaci nel medio e lungo termine, debbono necessariamente discostarsi dalle vecchie strategie in modo radicale.
Con la continua apposizione di “pezze”, non andremo molto lontano: eppure cercano di convincerci che è l’unico modo per evitare il disastro.”

In poche parole la lettrice ha praticamente detto molto su questa crisi. Si mettono delle pezze ma non si risolve mai il problema. E questo accade fondamentalmente per un motivo: la politica monetaria ultraespansiva ha ormai generato un meccanismo dove, purtroppo, la banca centrale più grande e potente del mondo si ritrova prigionera del suo stesso operato.
E’ come se si fosse generato un mondo parallelo che tende ad ingrossarsi sempre di più, creato e fortemente voluto dalla FED, di cui però ora non ha più il controllo, anzi alle cui bizze si ritrova a dover “ubbidire”.
Il paragone che spesso si fa è proprio con la droga. E credo che sia un paragone molto calzante.
Però per spiegarvi cosa è successo, cercherò di fare le cose in modo molto semplice ma anche molto efficace, mettendo a contronto due grafici. Ovviamente il problema è molto più complesso e meriterebbe ampi approfondimenti, ma per cominciare questo grafico può già raccontare moltissimo della crisi e della farsa attuale. (Cliccateci sopra per ingrandirlo!)

Il Confronto tra Tasso FED e andamento della borsa USA

Sul mio sito l’ho definita la “correlazione del diavolo”.
Come potete vedere dal grafico, i due indici sono sempre stati perfettamente correlati, per lo meno fino all’anno 2009.
Ed era giusto così, rientrava nel ciclo naturale delle cose. Economia in crescita, aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse, e poi quando il mercato era maturo, arrivava la recessione e la banca centrale a quel punto interveniva abbassando i tassi di interesse.
Ma dal 2009, qualcosa è cambiato. La FED porta i tassi a livello ZIRP (Zero Interest Rate Policy, ovvero Tasso zero) senza più alzarli. Ma non solo. A tutto questo la stessa FED ha aggiunto ulteriore benzina, o se preferite DROGA. Ovviamente mi riferisco al quantitative easing (acquisti massicci di titoli sul mercato per generare liquidità) oltre che altre strategie più complesse come il twist, mirate a cambiare la durata dei titoli posseduti dalla FED, nel tentativo di tenere i tassi a lunga scadenza molto bassi.

Ma c’è di più e questo grafico ce lo suggerisce.

Due illustri professori di Harvard, Reinhart e Rogoff, hanno scritto un libro, anni fa, che si intitolava “This time is different”.
Anche se le crisi si susseguono progressivamente ed ogni volta sembra tutto diverso senza però esserlo, occorre però dire che stavolta, qualcosa di diverso effettivamente c’è.  E il grafico che prima vi ho illustrato ve lo testimonia.
Detto in modo molto semplice, l’uomo ha cambiato, in finanza, il percorso naturale delle cose, portando delle evidenti forzature che ora rendono il sistema incontrollabile.
Ma non lo dico io, lo ha praticamente detto anche Bernanke nel suo ultimo meeting FED dove ha spiegato che…

ora non si può interrompere la politica monetaria espansiva altrimenti si va incontro a nuove recessioni. E la stessa politica monetaria “forse” non sta dando i frutti sperati.

Una chiara ammissione. Un forte monito per il futuro. Una evidente dichiarazione di resa.
Si gonfierà ancora il palloncino fino a quando la natura si ribellerà sull’uomo. E quel giorno, come colpito da un uragano il mondo della finanza potrebbe subire profondi cambiamenti.
Quando? Oggi? Domani? Tra un mese? Tra un anno?
Questo nessuno può dirlo. Però prima o poi accadrà. E’ solo una questione di tempo.
This time is different.

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Pubblicato da Danilo DT

Danilo Rambaudi, alias Dream Theater, è un operatore finanziario dal 1995. Asset Allocation Manager, collabora con istituzioni finanziarie e siti finanziari italiani e non, nell'ambito dell'analisi e della ricerca. Analista tecnico, ma anche padre e marito (e a volte se ne dimentica).

22 Risposte a “This time is different: le basi della bolla ed il ciclo naturale delle cose”

  1. ho letto tutto il post sperando ingenuamente, fino all’ultimo rigo, di poter intuire un possibile lieto fine. Invece, l’immagine che mi è venuta alla mente è quella di una falena che gira con ostinazione intorno alla medesima lampada, continuando a sbattervi contro. Occorre spegnere la luce perché la falena cerchi altre vie d’uscita?

  2. Quel grafico lì che mette a confronto il tasso della Fed col S&P finirà sui libri di storia , ne son sicuro. Che la bolla ci sia è senza ombra di dubbio, basta vedere i junk bond e gli High Yield al 5% e ti accorgi che siamo arrivati al capolinea. Ma onestamente cosa può fermarla ? L’economia americana è insabbiata in una trappola della liquidità ,a guardare il disposable income e l’ overhang del debito significa che si sta ancora riprendendo dalla sbornia con un deleveraging incessante , si guarda allo specchio e si scopre con una manifattura e una forza lavoro in declino strutturale da ormai un decennio.

    Poi , come dissi a @AndreaBoda , la Yellen ,da buona accademica quale è ,dichiarerà una jihad alla deflazione e non si fermerà finchè avrà tassi di interesse reali negativi per un deleveraging su scala epica.

    1. Beh, se dici che finirà sui libri di storia mi rende sicuramente onore. Secondo me è un grafico semplice ma molto efficace che spiega perfettamente l’anomalia del momento. E come ho ribadito in un meeting nel mese di giugno: ” in un mercato normale, è l”economia che condiziona la finanza, non viceversa”.

  3. Non ti nascondo che alla fine del tuo post mi sono trovato a fate gli “scongiuri”. A beneficio del dibattito, vorrei chiederti se quello che tu desumi dal grafico è solido a una variazione dell’orizzonte, perché altrimenti quell che supponi sull’S&P sarebbe terrificante.

    1. E qui viene il bello. Lo scenario potrebbe essere apocalittico, ma…le banche centrali hanno in mano il pallino del potere. E faranno il possibile per inventarsi l’incredibile per reggere il “bluff” ad oltranza. Fino a quando? Questo nessuno lo sa… Intanto però, a livello di asset allocation, occorre cavalcare il trend. Sarebbe sbagliato vendere tutto e abbandonare ORA i mercati. E’ prematuro. Occorre una corretta analisi della situazione ma NO allarmismi/terrorismo ingiustificato.

  4. E ‘l’effetto Wile E Coyote di “criticità auto-organizzata”.. ma è interessante osservare che quasi tutte le bolle in quanto le crisi energetiche degli anni ’70 sono legati a industrie che hanno da allora si trasforma in ‘scienze dell’informazione’ e ​​sono diventati meno legato alla infrastruttura sottostante.. più di un secolo dopo il principio di Pareto e l’indice di Gini sembra che ci rifiutiamo ancora di capire che la finanza e il commercio sono i due estremi dello stesso spettro,

  5. Ti dico la mia: se fai il tuo grafico da 70, perde efficacia sensibilmente. I tassi non bastano a giustificare il movimento dell’S&P e che la correlazione degli ultimi tempi è occasionale. Da quel che vedo, ed in base ad un’analisi top down su profitti e cashflow NIPA, a me sembra che tale indice sia sopravvalutato al max del 10%, quindi niente bolla, IMO. Semmai un movimento irrazionale lo potremmo trovare sul mkt dei bonds govt, con tassi reali che fino a qualche mese fa erano ampiamente in terreno negativo. Adesso sembrano un attimo + coerenti, anche se ancora il bello forse deve venire.

    1. @liuk non ne sarei così sicuro sui tassi negativi . La rivelazione di ottobre da 1.5% yoy ( nota bene è core inflation ) ampiamente sotto il forecast di poco più del 2% . La Yellen ha ancora molto da fare per portare la yield curve in territorio negativo.
      Personalmente trovo molto azzeccata l’analisi di PIMCO sul fatto che il mercato abbia svenduto troppo i front-end treasuries in anticipazione di eventuali taper ( mai avvenuti ) e rialzi tassi fed funds rate nel 2015 o 2016.

      1. Tutt’ora i tassi di interesse governativi USA mostrano tassi reali negativi fino a scadenze oltre i 7 anni, nonostante il sell-off descritto da PIMCO (poor PIMCO!). Considera che prima del movimento di maggio, bisognava andare oltre il 10 anni per un titolo a rendimento reale pari a zero e il 5 anni reale rendeva -1.5%(!). Questo il mercato dei TIPS (Treasury Inflation Protected Securities)
        Oltre al mkt dei TIPS, puoi usare l’inflazione attuale, ma la devi paragonare a tassi nominali a breve => CPI Core 1.8%, Tassi a breve ZERO-ish, quindi tassi reali negativi intorno all’1.5%.
        Oppure: se invece vuoi usare una scadenza lunga sui tassi nominali, devi usare le aspettative di inflazione di medio/lungo periodo. E qui hai due fonti: 1) survey 2) mkt. 1) survey of professional forecastes e/o U. of Mich (circa 2.%), 2) dal mkt swap su inflazione, il 5y5y forward (2.35). Pragonandolo al UST 10 anni, abbiamo tassi reali intorno allo 0.4%, ma questa stessa metrica è stata negativa da dicembre 2011 fino a marzo 2013.
        La Yellen ha molto da fare per tirar via senza danni questo eccesso di liquidità che inizia a mostrare rendimenti marginali negativi.

        1. @liuk ok giusta osservazione , ma continuo ad essere scettico sul necessario ” ritiro di liquidità ” .
          vedendo il fed funds future credo che la politica di Yellen vada nella direzione opposta . Non riesco a credere a nessun rialzo tassi nel 2015 o 2016 perchè ripeto la spinta deflattiva la trovo strutturale ( osservando disposable income, debt overhang, real wages , labor partecipation etc )

          http://avondaleam.com/wp-content/uploads/2013/04/Futures-Implied-Fed-Funds-Rate.png

          Poi sulla yield curve mi riferivo un rimbalzo tecnico sulla front-end , che poi siano tassi reali negativi non lo metto in dubbio.
          Però per il deleveraging necessario per superare il debt overhang un 30 year fixed a 4.31 basta ? Che effetto avrebbe un tapering ? Al solo accenno il 30yr fixed è andato su dda 3.5 a 4.5 ..non penso la Yellen voglia rivivere quel periodo. Grafico dice tutto.

          http://3.bp.blogspot.com/-cSRrApJEbp4/UhFlv_h9RtI/AAAAAAAAayI/XtstFvZW6kY/s1600/Refinance+index.png

          1. Il tapering è comunque una riduzione degli acquisti, nessuno ancora parla di riduzione della liquidità (inteso come bilancio della Fed) e nemmeno rialzo dei tassi.
            Io credo, anzi ne sono convinto, che la Fed stia dando tutto il tempo agli investitori di lungo periodo ed al mercato (+ di breve) di abituarsi all’idea di convivere con tassi + alti e liquidità più bassa. Allo stesso tempo sta testando di volta in volta la solidità dell’economia ad eventuali aumenti di tassi reali, senza però ingenerare un sell-off dei bond (ovviamente sopravvalutati).
            L’effetto tassi 30yr mtg su refinancing è tautologico: se i tassi salgono non ha senso rifinanziare il proprio mutuo a tassi + alti (tipo tafazi). E’ meglio guardare con attenzione indicatori di domanda ed offerta del mkt immobiliare: purchasing index e new home sales dal lato della domanda, e NAHB e Housing permits/starts dal lato supply.

    1. ok lei dice che è tautologico, ma perchè la fed compra 40 mld di MBS al mese se non per favorire il refinancing e far ripartire il mercato immobiliare ? Altrimenti non si spiega . Perchè non ha comprato solo treasuries ?

      1. La Fed compra per favorire “originations”, in pratica assorbe quasi tutto il mercato secondario dei conventional mtgs… e ti prego, non mi dare del lei che poi mi sento vecchio 🙂

        1. ( ahah è vero scusa ma quando dialogo con sconosciuti tendo sempre a dare del lei )
          Comunque con lo stesso ragionamento del ” la Fed compra il mercato secondario per favorire nuovi mutui” si potrebbe dire ” la fed compra il mercato secondario dei titoli per favorire nuova spesa a debito “. Mi pare un po’ riduttivo, una conseguenza indiretta degli acquisti non è stabilizzare i tassi al ribasso ? e se sì a che livelli e per quanto tempo ?

          1. La Fed fa proprio questo, modifica le condizioni di domanda e offerta di mbs per influenzare il prezzo/tasso. Hanno dapprima agito sul differenziale con i UST, poi comprando UST hanno abbassato la base dei tassi sui mutui. Il livello dei tassi dipende solo dalle condizioni del settore immobiliare e dall’economia nel suo complesso.

  6. Penso, però, che ci sarà tempo per affrontare, gradualmente, la riduzione dei bilanci delle banche centrali. Ci sarà tempo perché la ripresa sarà pure dietro l’angolo (e lo è, in effetti) ma, per ora, non sarà una ripresa che potrà costituire un ciclo sano e duraturo.

    Le economie avanzate hanno avuto uno scossone forte dalla globalizzazione e, ovviamente, ne hanno pagato le conseguenze i business e i lavoratori meno attrezzati.

    Questa problematica è stata mascherata dal credito. Il credito è bello e fa contenti tutti, però poi va ripagato. E per ripagarlo bisogna avere il reddito. Ma per avere il reddito occorre lavorare. Prima c’erano i lavoratori produttori e consumatori. Dopo solo consumatori, visto che (molto) si produceva da altre parti.

    Ma è ben intuibile che essere solo consumatori, a debito, non può durare per sempre. La crisi da economica (seppur mascherata) diventa finanziaria, poi quella finanziaria esacerba quella economica, i debiti sovrani, il deleveraging, ecc. ecc.

    Le banche centrali comprano tempo, quel tempo necessario per smussare i cicli economici. Qui però ci vuole il tempo che i paesi si riorganizzano, ricostruiscano business nuovi, lavoratori più skillati, ecc.

    Che, quindi, i lavoratori tornino ad avere il reddito sia per consumare sia per pagare i debiti. Son processi lunghi.

    E’ chiaro l’espansione del bilancio delle banche centrali poi genera distorsioni anche importanti. E questo distorsioni sono difficili da contenere o ridurre. Ma, si sa, è il prezzo che il mondo ha scelto di pagare per la stabilità sociale.

    Avendo, però, in questo caso, un po’ di anni davanti, si potrà anche fare in modo di ridurre gradualmente le distorsioni.

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